La terapia target contro i tumori rari al Lutezio-177 si fa in day hospital: San Camillo Forlanini primo nel Lazio

La terapia target contro i tumori rari al Lutezio-177 si fa in day hospital: San Camillo Forlanini primo nel Lazio

All’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini le terapie più all’avanguardia incontrano i protocolli più avanzati in ambito dell’umanizzazione delle cure. L’ospedale è infatti il primo nel Lazio - e in ordine di tempo d’Italia - a garantire il trattamento oncologico per pazienti affetti da neoplasia neuroendocrina con radiofarmaco al Lutezio-177 in regime di day hospital, senza necessità di far subire al paziente un ricovero ospedaliero.

A partire dalla fine dello scorso anno, infatti, grazie all’impegno di un’équipe multidisciplinare che vede la Medicina Nucleare, l’Endocrinologia, l’Oncologia, la Radiologia, la Fisica Sanitaria, le Chirurgie e il personale infermieristico e tecnico, oltre che all’adozione di avanzati protocolli di radioprotezione condivisi con il paziente e i familiari, il San Camillo ha introdotto la possibilità di eseguire in completa sicurezza il trattamento per tumore neuroendocrino con terapia radiorecettoriale contenente il radioisotopo Lutezio-177 in regime di day hospital.

In passato i candidati al trattamento con terapia radiorecettoriale a base di Lutezio-177 dovevano essere ricoverati per due giorni e dimessi il terzo, con tutte le complicazioni e lo stress derivanti da una forzata assenza dalle proprie case. Grazie ad una nuova legislazione nazionale sulla radioprotezione e all’adozione del protocollo di radioprotezione il trattamento può essere eseguito in giornata.

Dalla fine dell’anno ad oggi sono stati trattati 5 pazienti e tutti hanno potuto beneficiare del ricovero in day hospital presso la UOSD di Endocrinologia in collaborazione diretta con la UOC di Medicina Nucleare dove avviene la somministrazione del farmaco, senza complicazioni, mentre altri 3 pazienti sono in procinto di iniziare il ciclo di somministrazione.

Quella al Lutezio-177 è una terapia target, capace di colpire selettivamente le cellule tumorali: il radiofarmaco, somministrato per infusione, si lega ai recettori della somatostatina presenti sulla superficie delle cellule tumorali. Questo legame permette all’isotopo di agire attraverso le sue radiazioni terapeutiche agendo direttamente sui tessuti malati e preservando quelli sani. Il trattamento viene somministrato a pazienti affetti da tumori neuroendocrini, i cosiddetti NET: una tipologia di neoplasie che originano da cellule endocrine presenti nell'organismo. I NET si possono sviluppare in tutti i distretti del corpo ma più di frequente interessano il tratto gastroenteropancreatico e il polmone. 

Il trattamento in day hospital, eseguito in area protetta, ha la durata totale di sei ore. Durante la prima fase della procedura vengono infusi amminoacidi a protezione della funzione renale (una barriera necessaria, poiché il farmaco viene eliminato in gran parte attraverso i reni).

L’infusione vera e propria del radiofarmaco, nella seconda parte della procedura, ha una durata di circa 25-30 minuti e viene eseguita dall’equipe di Medicina Nucleare coadiuvata dai Fisici Sanitari. Il monitoraggio della somministrazione del radiofarmaco eseguito dai Fisici Sanitari permette di personalizzare al caso specifico le più idonee norme radioprotezionistiche a garanzia della massima sicurezza per il paziente e per i suoi familiari conviventi.

 La distribuzione corporea del radiofarmaco e l’efficacia del trattamento vengono verificati con scintigrafie eseguite dopo ogni ciclo di somministrazione.

Alla fine del trattamento il paziente può consumare un pasto leggero e può tornare a casa. Generalmente, non si registrano effetti collaterali significativi e vengono fornite semplici istruzioni comportamentali sia verbali che scritte da seguire nei giorni successivi al trattamento per evitare rischi nell’ambiente familiare.

La terapia al Lutezio-177 è definita una terapia di “seconda linea”, è riservata a pazienti affetti da tumori che non possono più essere trattati chirurgicamente e che mostrano progressione di malattia, prevalentemente metastatica, dopo un primo ciclo di trattamenti, generalmente eseguiti con analoghi della somatostatina.  La terapia ha costi elevati, ma i benefici in termini di sopravvivenza e qualità della vita dei pazienti la rendono una risorsa preziosa a servizio della sanità pubblica.

“I pazienti che vengono candidati alla terapia radiometabolica sono quei pazienti che, purtroppo, sono caratterizzati da una mancata risposta al trattamento di prima linea”, spiega il Dottor Roberto Baldelli, direttore della UOSD di Endocrinologia. “Ogni caso viene discusso da un’équipe composta da oncologi, chirurghi, endocrinologi, medici nucleari, radioterapisti e radiologi. Questa collaborazione consente di definire il percorso terapeutico ottimale, tenendo conto delle condizioni specifiche del paziente. La possibilità di trattamento con Lu-177, adesso a regime nella nostra azienda, ha permesso di annientare totalmente l’annoso problema della migrazione dei pazienti al di fuori della struttura di competenza per effettuare trattamenti ”.

“L’utilizzo del nuovo protocollo operativo e di radioprotezione, permette di eseguire il trattamento in singola giornata, riducendo complicazioni e stress per il paziente e abbattendo significativamente i costi di una degenza ordinaria”, spiega il dottor Guido Ventroni, direttore della UOC di Medicina Nucleare. “I pazienti, prima della dimissione vengono valutati con misure corporee di emissione delle radiazione dal Fisico Sanitario. In seguito alla misura il Medico Nucleare indica la tipologia e la lunghezza delle prescrizioni del protocollo di protezione. Non ci sono grosse controindicazioni: le radiazioni, infatti, per le loro caratteristiche fisiche sono molto deboli e vengono anche eliminate dal corpo in tempi rapidi (pochi giorni).

Le regole più importanti da seguire a casa riguardano l’attenzione nella eliminazione delle urine “radioattive” e la necessità di mantenere per pochi giorni una distanza di sicurezza da familiari conviventi, principalmente bambini e donne in gravidanza”.

 

 

Image

Publish the Menu module to "offcanvas" position. Here you can publish other modules as well.
Learn More.