Quando gli opposti si attraggono nasce Mesticanza: un’osteria contemporanea in cui il design e la cucina mediterranea si incontrano in un gioco di divertenti contrasti.
È il 2018 quando sulle rive del lago Trasimeno passioni e identità si fondono in un primo iniziale barlume di idea. C’è Giorgia Lucarelli e poi Lorenzo Sonnati. Entrambi con formazione nel campo dell’ingegneria civile e dell’architettura, eppure la cucina ha sempre sortito su di loro grande fascino e curiosità. Prende piede così un percorso da autodidatti, in giro per il mondo per apprendere, assorbire e scoprire tutto ciò che c’è da sapere sulle culture culinarie, anche le più lontane. Insieme definiscono e sperimentano il loro primo progetto che, anche se all’interno di una piccola realtà, consente loro di approfondire la dinamica gestionale di un vero e proprio locale. Pochi coperti, un contesto decisamente circoscritto, creatività, materia prima di elevata qualità e tecniche avanzate, con un occhio attento verso l’ecosostenibilità, portano ad inattesi riconoscimenti e tante soddisfazioni. Lorenzo e Giorgia però, qualche anno più tardi, sentono la strana voglia di sfidare la città e decidono di spostarsi a Roma (città di origine di Giorgia). L’obiettivo è quello di far sì che questa libertà creativa diventi uno stimolo ancor più grande sia per chi cucina che per chi assaggia, sempre conservando il collegamento con le radici e l’accessibilità per tutti i gusti.
Apre quindi a Roma un’insegna in cui la cucina e il design si incontrano e si scontrano con i loro contrapposti. Una base mediterranea che si mixa con le cucine del mondo, un design di interni in cui la natura si fonde con l’industria: tronchi di legno, muschio e rami d’albero immersi nell’acciaio corten. Nasce Mesticanza – Osteria Contemporanea in Via Nomentana Nuova, 69 in zona Montesacro, proprio dove prima c’era una pizzeria di quartiere e di cui è rimasto soltanto un bel forno a legna.
Mesticanza: come l’insalata mista in cui le erbe di campo donano unicità e gusto proprio perché diverse, ma anche come l’unione di opposti che però insieme funzionano perfettamente. La cucina qui, nelle abili mani di Giorgia, è un crogiuolo di ingredienti che giocano un ruolo cruciale: prodotti locali, stagionali e sostenibili come istantanea espressione della sostenibilità ambientale, materie prime di alta qualità per garantire la bontà, ingredienti esotici ed innovativi per creare piatti esteticamente accattivanti. Un menu contenuto nella proposta e stagionale, fortemente legato ai prodotti del territorio che reinterpretano nuovi sapori nelle ricette lontane o meglio “nella vera cucina di casa d’oltreoceano”, spiega Giorgia.
Si parte con gli antipasti e le imperdibili degustazioni di crudi di pesce o di carne in abbinamento alle salse fatte in casa, per esaltare il gusto delle ottime materie prime utilizzate. Il Meat Market propone, ad esempio: tartare di manzo con funghi shitake, vaniglia e tuorlo d’uovo confit; tartare di manzo con castagne e panna acida; tartare di manzo con nocciole, senape di Dijone e sedano rapa; tataki marinato al caffè; roll di carpaccio con pere e pecorino. Primi piatti come la fregola con porcini al miso, crumble di fava tonka e noci pecan al fumo di ulivo; cannellone di ossobuco, salsa allo zafferano, arancia e cardamomo. I secondi spaziano dal salmone al cioccolato bianco e lime con finocchio arrosto e gel di mela verde, alla sfera di verza con edamame su crema di patate agli agrumi. Si termina dolcemente con mela, speculoos e ganache alla vaniglia e cannella ma anche con l’imperdibile mousse alla zucca e cioccolato bianco al cardamomo su terra di cacao e caffè.
Mesticanza però è anche Osteria. Si, perché dall’impiattamento al servizio in sala tutto rimanda allo stretto legame con il concetto di osteria in cui Lorenzo incarna l’immagine dell’oste, quello vero, affiancato da tanti collaboratori tra cui Emanuele, sommelier Fisar. Qui si sta bene, ci si sente a proprio agio e a casa grazie all’atmosfera calda e accogliente ma, al contempo, si gode di un servizio attento e mai ingessato.
La mise en place essenziale lascia scoperti i tavoli in legno. Lo stile del locale è unico nel suo genere e porta la firma della creatività di Lorenzo, Ingegnere ed Architetto, che ha individuato un design capace di evocare forti sensazioni ed emozioni che non possono prescindere dall’esperienza enogastronomica studiata da Giorgia. Un gioco di complementarità che coinvolge appieno il cliente. All’interno circa 30 coperti, mobili in rovere e rami di quercia su per le pareti, ma anche muschio stabilizzato e acciaio corten, pavimento a lisca di pesce bicolore.
Questa è la trama materica che conduce alla cantina nel piano internato: la “Cave a Vin” pensata per le degustazioni, gli incontri con i produttori e, perché no, un più alto livello di sperimentazione ed approfondimento con menu dedicato che partirà nel corso dei prossimi mesi. Ma soprattutto pensata per custodire e cullare le oltre 250 etichette che richiamano tantissime eccellenze enologiche italiane ed internazionali e spaziano dalle produzioni convenzionali a quelle biologiche, e arrivano fino alle inattese rivelazioni del mondo del “vino naturale”. Ovviamente tutto assaggiato, testato e garantito da Giorgia e Lorenzo. Il dehors sulla piazzetta esterna è un Hortus Conclusus impreziosito da più di 50 piante di alloro ed accoglie un massimo di 35 ospiti. È un’area pensata per vivere anche il momento aperitivo tra mixology, tapas e vini.
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Via Nomentana Nuova, 69 – Roma
Aperto dal lunedì al sabato dalle 18:00 fino a 00:00