Il loro consumo è crescente tra i consumatori italiani. E al gusto prelibato si aggiungono proprietà benefiche per prevenire i tumori. Stiamo parlando Tè verde e curcuma. Studi epidemiologici hanno indicato che il consumo di tè verde è associato associato alla riduzione del rischio di fase avanzata di tumori. Tale riduzione del rischio può essere attribuita non solo alla inibizione del proteasoma, ma anche a numerose altre molecole intracellulari che fungono da bersagli per l’EGCG e che sono coinvolte nella regolazione del ciclo cellulare, nella apoptosi, angiogenesi e metastasi. Ne abbiamo parlato con Mauro Miceli, Dottore in Chimica Farmaceutica e Biologia, biochimico, nutrizionista e e Docente aggregato Scienze laboratorio biomediche, Polo Biomedico all’Università di Firenze.
“La quantità pro/die di EGCG utile in caso di patologia tumorale è compresa fra 150-300 mg per la prevenzione, corrispondenti a circa 2-3 tazze di tè verde, e di 400-750 mg per un supporto in caso di chemio- o radioterapia”, spiega Mauro Miceli, “Tuttavia è da sottolineare che quando si attua un trattamento integrato a una chemioterapia con sostanze naturale biologicamente attive, quali appunti i polifenoli del tè verde, esiste anche il rischio di pericolose interazioni. Per esempio è emerso che l’EGCG l tè verde riduce l’efficacia del bortezomib, un farmaco inibitore del proteasoma utilizzato nella terapia del mieloma multiplo, bloccandone in toto l’azione apoptosica e rendendo praticamente nulla la sua somministrazione e proteggendo, di fatto, la vita delle cellule tumorali. In altre parole, esercitando una citoprotezione in luogo di una citotossicità verso la cellule maligne. L’inibizione di tale farmaco e di altri suoi omologhi basati sulla presenza di un atomo di boro avverebbe a dosi di EGCG ben raggiungibili attraverso l’alimentazione ed anche utilizzando altri polifenoli catechinici del tè verde sia in forma isolata che come fitocomplessi, anche a concentrazioni presenti in un semplice infuso. Tale interazione non si verifica invece con altri farmaci pro-apoptosici privi di boro che sono invece risultati ugualmente attivi al 100% anche in presenza di EGCG”.
Tè verde e curcuma si possono assumere in modo combinato perché creano una potente sinergia di azione. “Come dimostrato da studi in cui si evidenziava come la presenza dell’EGCG del tè verde potenziava l’effetto antitumorale della curcumina”, prosegue Miceli, “sia sensibilizzando maggiormente le cellule leucemiche e di altre tipi di tumore in coltura all’azione della radioterapia sia come capacità di indurre l’apoptosi delle stesse. Uno dei target comuni di entrambe queste piante è la citochina NF-kB, un importante mediatore coinvolto nei processi infiammatori di tipo cronico e nella genesi della differenziazione della cellula sana in tumorale: ecco perché l’associazione di questi curcuma e tè verde risulta particolarmente consigliata in quanto sinergica nell’azione preventiva e di controllo di tali processi patologici”.
Tra le malattie in cui maggiormente si è studiato l’effetto benefico delle catechine del tè verde da ricordare quelle neurodegenerative, le cardiovascolari per la protezione esercitata sull’endotelio vascolare e sulla ossidazione delle LDL, le patologie tumorali già rammentate prima e l’azione antibatterica sia a livello del cavo orale che a livello gastrico per una specifica azione anti-Helicobacter Pylori. “Sia l’estratto di tè verde che la curcuma”, conclude Miceli, “p0ossono essere assunti senza problemi durante le fasi della chemioterapia, anche in virtù di recenti studi eseguiti presso centri oncologici che ne hanno valutato sia l’efficacia come trattamento di potenziamento della terapia che di riduzione degli effetti collaterali dovuti ad essa”.
Marialuisa Roscino