Teatro Tor Bella Monaca (Sala Piccola), dal 22 al 24 maggio, IN NOME DELLA MADRE

Teatro Tor Bella Monaca (Sala Piccola), dal 22 al 24 maggio, IN NOME DELLA MADRE

Debutta in prima assoluta al Teatro Tor Bella Monaca (Sala Piccola), dal 22 al 24 maggio, IN NOME DELLA MADRE, spettacolo di Erri De Luca con Margherita Remotti diretta da Pierpaolo Sepe e Riccardo Festa.

È mezzogiorno quando un “vento di parole” rende gravida Miriam/Maria, madre di Ieshu/Gesù, madre per eccellenza, madre per mistero, un mistero che raccoglie la meraviglia stessa della vita, disseminata in questo racconto a una voce, quella di Margherita Remotti diretta da Pierpaolo Sepe, a svelare lo stupore della natività del Dio fatto Uomo che si compie per volontà terrena del corpo di una donna. È proprio quel ‘sì’ detto da Miriam/Maria, la donna che passa dal terrore allo stupore, dalla paura alla resa completa e totale all’amore, che donerà la Grazia a lei e all’umanità intera. È il racconto dei racconti che, scavalcando ogni confine di ragione, di logica, di parola fino ad allora e fino ad ora scritta e conosciuta, ci restituisce attraverso le parole di Erri De Luca la materialità, la concretezza, la fatica umana e guidata assieme, l’umanità dell’amore incarnato che si compie ad ogni istante in questa narrazione così come nella vita. È il mistero dei misteri rivissuto nelle vicende umane incastonate tra cielo e terra, tra terra e cielo, dove una madre che dona il suo corpo per amore di un figlio, atto profetico di chi dona il suo corpo per amore dell’altro, sempre in bilico tra terrore e stupore, riceve in cambio luce e potenza, la luce di cui ora il mondo intero ha bisogno come non mai. Siamo agli sgoccioli di un’umanità sorda e cieca, che non riconosce più il messaggio d’amore più rivoluzionario di tutti i tempi, un mondo in cui il nostro prossimo è il nemico da annientare.

L’annuncio e concepimento, il sogno di Iosef/Giuseppe e la notizia del censimento, il viaggio da Nazaret a Bet Léhem (Casa del Pane) e la ricerca vana di un luogo comodo e sicuro dove far partorire Miriam/Maria, il parto nella grotta con gli animali, figli della madreterra che accompagnano il ritmo delle spinte sotto le quali nasce Ieshu, sono divisi dall’autore per stanze: quattro stanze, quattro passaggi temporali e geografici che scandiscono le tappe del racconto umano. La storia lontana di un padre invisibile e onnipresente, che in forma di un angelo possente la sgomenta e la rende docile, diventa profondamente umana nelle vesti di un padre terreno che nulla può davanti al mistero, che si arrende alla potenza di una maternità cui prende parte solo dopo averla accettata, accolta, al di là della ragione, della logica, del giudizio. Un padre terreno che ascolta, che sostiene, che protegge. Un padre a tutti gli

effetti, non sostituto ma a servizio di colui che verrà dopo di lui. È la storia del miracolo del divino e dell’umano insieme, il prodigio che ci riguarda tutti.

Miriam/Maria affronta il parto da sola, nel luogo più scomodo. Perché è nei luoghi scomodi che nascono a volte le cose migliori. Perché è sempre un mistero che non ci riguarda ma che ci appartiene, che ci dovrebbe far piegare la testa a dire ‘sì’ il dove nasce la vita, il dove nasce l’amore. Un ‘sì’ che l’umanità ora ha disperatamente bisogno di sentire e di dire. Miriam/Maria agisce da sola mentre dà alla luce Ieshu, il suo bambino, e prega, contrariamente a tutte le madri, che quel bimbo non sia speciale, che resti anonimo, che non si faccia notare. Pur sapendo in cuor suo che solo quella notte stellata dove il cielo è mosso da una cometa che segna il loro cammino comune, sarà unicamente per lei e per lui. Come dice l’autore: “In nome del Padre”, inaugura il segno della croce. In nome della madre, s’inaugura la vita. 

Dove siamo

via Bruno Cirino | 00133, Roma

all'angolo di viale Duilio Cambellotti con via di Tor Bella Monaca

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