Il 19 maggio (ore 21) in Sala Grande va in scena LA STORIA NON SOLO…MIA con Lavinia Fiorani. Un viaggio musicale intenso ed emozionante, un omaggio alla grande Mia Martini attraverso la sua storia e la sua musica, intrecciata con il vissuto personale e artistico di Lavinia Fiorani. La storia non solo… Mia è più di un concerto: è un racconto in note e parole che ripercorre le tappe fondamentali della carriera di Mia Martini, esplorando le sue canzoni più iconiche, ma anche brani meno conosciuti, rivelando la profondità e la forza espressiva della sua voce e del suo mondo interiore.
Accanto alle sue interpretazioni, lo spettacolo porta in scena anche la musica originale di Lavinia Fiorani, creando un ponte tra passato e presente, tra un’eredità musicale indelebile e una voce artistica contemporanea.
Sempre il 19 maggio (ore 21), in Sala Piccola, invece, approda LADIES & GENTLEMEN IN BLUE (S), saggio finale dei laboratori di laboratori di musica per lo spettacolo con il coordinamento artistico Marco Abbondanzieri. Se c’è stato un movimento culturale di vera emancipazione è stata la musica Afroamericana. Nel secolo XVII e anche prima iniziarono verso il nuovo continente alcuni flussi migratori, iniziò così un processo di commercializzazione dei prodotti tipici di quella terra piena di risorse. Tale sviluppo commerciale però imponeva forza lavoro e soprattutto manodopera con costi contenuti. Il resto è poi storia, l’Africa divenne il primo fornitore di uomini e donne ridotte in schiavitù, il tutto con il consenso e la benedizione di “stati civili” e anche di governi “illuminati”. Questo processo degenerò fino a diventare prassi nel 1700 e standardizzato agli inizi del IXX secolo, una normalizzazione che prevedeva listini, prezzi e addirittura un campionario della “Merce” in vendita…Uno dei commerci più proficui era quello del cotone che vedeva l’America del nord come una delle più grosse esportatrice di quel prodotto.
Dai canti degli schiavi al riscatto sociale tramite la musica il passo è breve, la musica Afroamericana oggi è il motore portante dell’industria discografica moderna, ma tutto ciò non sarebbe stato possibile senza le Ladies e i Gentlemen in Blue(S). Hella, Louis, Billie, Robert, Bessie, Elvis e tutti gli altri che hanno colorato il Blues con le loro voci e chitarre, hanno reso il fratello di sangue del Blues, il Jazz, qualcosa di unico e fatto decollare le vendite di dischi di questo genere, tanto da far diventare tolleranti e partecipi a questo modo di vivere l’arte anche i più ottusi. Il Blues e le sue felici derive come il Rock sono ormai elementi trasversali, soddisfano e appassionano da anni generazioni di ragazzi e non. Una performance, che è un saggio dei laboratori di musica per lo spettacolo del teatro TBM, all’insegna di una musica sempre coinvolgente, con alcune riflessioni su quel mondo immenso come la musica Afroamericana, tra standard e pezzi che ancora hanno tanto da dire.
Il 20 e il 21 maggio (ore 21), in Sala Piccola, va in scena DOBBIAMO PARLARE, spettacolo di Carla Cavalluzzi, Diego De Silva, Sergio Rubini con l’adattamento e la regia di Emidio Spinelli.
Le pareti di un salotto, che una volta si sarebbe detto borghese, fanno da sfondo all’incontro di due coppie di amici, segnato sin dal primo momento da un crescendo di rivelazioni, scontri, rivendicazioni, incomprensioni, perfino (e infine) rese dei conti. I quattro protagonisti, nel loro modo diverso e unico di affrontare la vita, si mostrano al pubblico con tutti gli elementi che ne distinguono le scelte quotidiane, ma anche con tutte le loro debolezze, le loro testarde aspirazioni, la loro crescente e dolente presa di coscienza rispetto a punti di riferimento della loro esistenza, che si volevano e si credevano sicuri, quasi irrinunciabili. Su questo sfondo la commedia agrodolce innescata dal loro confronto avvolge a poco a poco gli spettatori, li mette di fronte alla difficile dinamica delle relazioni di coppia e consente loro di immedesimarsi in un intreccio che potrebbe essere, senz’altro, anche quello che loro stessi hanno vissuto o potrebbero trovarsi un giorno a vivere.
A seguire, sempre in Sala Piccola, dal 22 al 24 maggio (ore 21), debutta IN NOME DELLA MADRE di Erri De Luca con Margherita Remotti diretta da Pierpaolo Sepe
È la storia del miracolo del divino e dell’umano insieme, il prodigio che ci riguarda tutti. Miriam/Maria affronta il parto da sola, nel luogo più scomodo. Perché è nei luoghi scomodi che nascono a volte le cose migliori. Perché è sempre un mistero che non ci riguarda ma che ci appartiene, che ci dovrebbe far piegare la testa a dire “sì” il dove nasce la vita, il dove nasce l’ amore. Un “sì” che l’umanità ora ha disperatamente bisogno di sentire e di dire. Miriam/Maria agisce da sola mentre dà alla luce Ieshu, il suo bambino, e prega, contrariamente a tutte le madri, che quel bimbo non sia speciale, che resti anonimo, che non si faccia notare. Pur sapendo in cuor suo che solo quella notte stellata dove il cielo è mosso da una cometa che segna il loro cammino comune, sarà unicamente per lei e per lui.
Il racconto dei racconti che, scavalcando ogni confine di ragione, di logica, di parola fino ad allora e fino ad ora scritta e conosciuta, ci restituisce attraverso le parole di Erri De Luca la materialità, la concretezza, la fatica umana e guidata assieme, l’umanità dell’amore incarnato che si compie ad ogni istante in questa narrazione così come nella vita. Come dice l’autore: “In nome del Padre”, inaugura il segno della croce. In nome della madre, s’inaugura la vita.
Infine, in Sala Grande, dal 23 al 25 maggio ( ore 21, domenica ore 18), va in scena VIOLAZIONE di Carmen Di Marzo, con la regia di Paolo Triestino.
Un limite. Un limite che a volte si oltrepassa, e dopo nulla è più come prima. A volte è fuori di noi, a volte è DENTRO di noi. VIOLAZIONE percorre quel limite, sul crinale dell’imprevedibile, del non confessato, del sorprendersi di se stessi. La vicenda è presto detta: una madre e una figlia, fresca vedova e fresca orfana, vivono insieme. Si danno forza l’un l’altra. A scombinare tutto interviene un amico, una persona che ha bisogno di aiuto. Lo accolgono nella loro casa. E’ qui che accade qualcosa che squilibra tutto. Quanto c’è di sconosciuto dentro di noi? E dentro gli occhi sorridenti di un amico?
La programmazione dei Teatri in Comune 2024-2025 è finanziata dall’Unione Europea, Next Generation EU nell’ambito del PNRR, e rientra tra gli Interventi “Il Giubileo dei Pellegrini: eventi artistici e culturali nella città di Roma, dal centro alla periferia, al fine di favorire la fruizione turistica nel periodo giubilare” (PNRR - M1C3-Inv.4.3 Caput Mundi. Next Generation EU per grandi eventi turistici).
Teatro Tor Bella Monaca - Arena Teatro Tor Bella Monaca Via Bruno Cirino angolo Via Duilio Cambellotti raggiungibile con Metro C o Linea Bus 20
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