La stagione della danza dell’Accademia Filarmonica Romana si apre con i nuovi talenti della Compagnia Junior del Balletto di Roma che dal 10 al 12 ottobre al Teatro Olimpico rivisitano uno dei balletti più celebri, Coppelia, musiche di Léo Delibes, ambientandolo nei giorni nostri, in un nuovo allestimento, al debutto nazionale, che porta la firma di Fabrizio Monteverde.
Il coreografo veste Coppelia di rosso e attualizza la vicenda contrapponendo, in un contesto giovanile, quasi adolescenziale, l’amore autentico a quello delle apparenze e dei surrogati. Per i giovani danzatori di domani, tutti “under 21” – nei ruoli principali Salvatore Deluci (Franz), Virginia Battisti (Swanilda), Mirko Peter Odhiambo (Coppelius), Aurora Ziantoni (Coppelia) –, una grande opportunità grazie al nuovo progetto di alta specializzazione artistica del Balletto di Roma che lavora in sinergia fra formazione e produzione, rinsaldando una collaborazione solidale e feconda con Fabrizio Monteverde, che dura da oltre vent’anni, sodalizio cui si devono alcune delle produzioni e delle esperienze più qualificate della storia della danza italiana di questi ultimi decenni.
Il balletto Coppelia, entrato nel corso degli anni nel repertorio di numerose compagnie, andò in scena per la prima volta all’Opéra di Parigi nel 1870. Ispirato al racconto L’uomo della sabbia (1815) di E.T.A. Hoffmann, è una fiaba sospesa tra amore e inganno, e racconta la storia di Swanilda e Franz, una giovane coppia di innamorati sconvolta dall’arrivo della misteriosa bambola, creata dal fabbricante di giocattoli Coppelius, che scatena gelosie, illusioni e riconciliazioni. Nel corso degli anni si sono cimentati con Coppelia coreografi famosi. Tra questi Paolo Taglioni (1881), Marius Petipa (1884), Aurel Milloss (1939), Roland Petit (1975), Maguy Marin (1993) e Charles Jude (1999).
L’inganno incarnato dalla donna giocattolo, rappresentata nel balletto, appare oggi quanto mai attuale in un mondo sempre più virtuale, in cui finzione e realtà si contrappongono fino ad annullarsi, creando una nuova dimensione umana di favole virtuali. Lo spettacolo, pensato e ideato da Fabrizio Monteverde, pur sempre nella sua bellezza coreografica e registica, fa emergere - come in tutte le sue produzioni - gli aspetti più profondi e oscuri della narrazione classica, esaltandone la cruda e attuale contemporaneità. «C’è un angolo della mente – spiega il coreografo – che non riesce a razionalizzare la paura del diverso e di ciò che non conosciamo, mettendo in evidenza tutte le nostre paure, anche le più infantili. Il terrore di rimanere soli fa compiere tortuosi percorsi come in un racconto dell’orrore. Coppelia non è altro che il punto di partenza per un viaggio che ha come meta la ricerca dell’altro, ovvero, l’Amore. È solo con questo indispensabile ingrediente che il sangue e la vita riescono a fluire dentro ad un corpo e a dare un senso all’esistenza. La ricerca disperata di voler donare la vita è semplicemente la necessità di amare». Nel team creativo, a fianco di Monteverde, Santi Rinciari firma i costumi, Emanuele De Maria le luci.
Info: filarmonicaromana.org / teatroolimpico.it , tel. 342 9550100,