Il futuro digitale torna a pulsare di luce e adrenalina. Dopo quattordici anni di silenzio, TRON: Ares riapre il portale verso il mondo virtuale più iconico della fantascienza, portando con sé un mix esplosivo di spettacolo visivo e pura energia.
Diretto da Joachim Rønning e con un cast guidato da Jared Leto, Evan Peters e Greta Lee, il film spinge l’universo di TRON verso una dimensione più cupa e fisica. Gli effetti visivi sono straordinari: un trip di colori neon, geometrie cibernetiche e sequenze d’azione che fondono arte digitale e ritmo frenetico. Ogni frame è pensato per ipnotizzare, rievocando il fascino vintage del film originale del 1982 ma con la potenza tecnologica del cinema d’oggi.
La colonna sonora è semplicemente perfetta: elettronica, pulsante, calibrata con precisione chirurgica sulle immagini. Pur non raggiungendo il culto sonoro dei Daft Punk in Legacy, riesce a creare la giusta tensione e ad accompagnare il viaggio di Ares in un mondo dove l’uomo e l’algoritmo si confondono sempre di più.
Sul fronte narrativo, Ares corre veloce — forse troppo. La trama non si prende il tempo di respirare, sacrificando qualche riflessione per dare spazio alla potenza visiva e al ritmo serrato. Se Legacy cercava una dimensione più emotiva e malinconica, questo nuovo capitolo sceglie la via dell’azione pura, senza troppe pause né esitazioni.
Eppure, i richiami al primo TRON sono numerosi e ben piazzati: piccoli omaggi, simboli e linee di dialogo che fanno brillare gli occhi ai fan storici. È un film che non rinnega le sue origini, ma prova a riprogrammarle per una nuova generazione.
In definitiva, TRON: Ares è una scarica di energia visiva e sonora. Meno profondo di Legacy, ma più diretto, più spettacolare e visivamente irresistibile. È il ritorno di un mito che non ha mai smesso di vibrare — un viaggio dentro la luce e il codice, dove ogni pixel racconta la voglia di reinventare il futuro richiamando anche il primo film con particolari ambientazioni e reference.
Al Cinema dal 9 Ottobre 2025
Fabio Campana