1945 fine seconda guerra mondiale, due infermieri gestiscono un manicomio con soli 3 pazzi, alle pendici di un paesino ai confini con la Campania e la Basilicata. La guerra si svolge nelle vicinanze, ma in questo manicomio, nulla succede, queste cinque persone vivono la loro vita, come se intorno non fosse successo nulla, gli infermieri non si comportano da infermieri, ma con il loro pazienti c'è una confidenza come se convivessero tutti sotto lo stesso tetto. È un manicomio quasi dismesso, dove sono rimasti soltanto Umberto taciturno e sempre incazzato, un cantante rinchiuso dal regime fascista perché troppo vicino ad ambienti comunisti, Federico un uomo di 60 anni non parla quasi mai, dice soltanto poche parole e quasi incomprensibili, rinchiuso in manicomio perché omicida di un gerarca fascista, e Benni un ragazzo che vive da anni in ospedali e manicomi psichiatrici, abbandonato sin dalla nascita, logorroico e fissato con la pulizia. Insomma c'è armonia, anche se quest'armonia viene interrotta, una settimana al mese, dal direttore del manicomio, un uomo molto severo, cinico che sfiora momenti di "malvagità". Ovviamente gli infermieri cercano spesso di fare da "muro" a questi atteggiamenti ostili, ma senza nessun tipo di risultato. Un giorno viene scoperto, da uno dei "pazzi", una cassaforte nell'ufficio del direttore, da qui i nostri protagonisti, pensando che ci sia del denaro o pietre preziose, escogiteranno un piano per aprire la cassaforte, scappare con il bottino e conquistare una libertà meritata. Uno spettacolo che tratta un tema forte con la solita ironia che caratterizza oramai da anni gli spettacoli di Antonio Grosso. La compagnia sarà la stessa che ha portato per anni in giro, nei migliori teatri italiani, lo spettacolo diventato un cult, "Minchia Signor tenente"
Per informazioni Teatro Nino Manfredi botteghino
Tel. 56324849
Orario botteghino
Lunedì -- 17.00-20.00
dal martedì al sabato 10.00-13.00 - 17.00-20.00