Una commedia musicale romantica, commovente e al contempo esilarante dal sapore tipicamente nostrano. Dopo il grande successo registrato lo scorso anno con I Mezzalira tornano al Teatro Manzoni di Roma Agnese Fallongo e Tiziano Caputo, autori e interpreti di Fino alle Stelle!, regia di Raffaele Latagliata. Coordinamento creativo di Adriano Evangelisti, in scena da giovedì 23 novembre a domenica 10 dicembre.
“E mica ti cade dal cielo, sai? La felicità, quella... te la devi conquistare!” Così Tonino, cantastorie siciliano dall’animo poetico, musicista istrionico e affabulatore, convincerà Maria, fanciulla dal temperamento apparentemente mite ancora ignara del suo straordinario talento, a seguirlo in un’impresa a dir poco improbabile: scalare l’intero stivale alla ricerca di fama e gloria per arrivare FINO ALLE STELLE!
Un sogno ardito e un po’ folle, soprattutto considerandone il punto di partenza: la strada. E soprattutto negli anni ’50, in Sicilia e senza un soldo in tasca. Ma talvolta è necessario avere il coraggio di sfidare la sorte per cercare di realizzare i propri sogni, anche a costo di apparire degli illusi.
Così, Tonino e Maria, piombati casualmente l’uno nella vita dell’altra, scoprendosi legati da un’intesa artistica impossibile da ignorare, decidono di intraprendere il viaggio, non solo lungo tutta la penisola attraverso regioni, dialetti e leggende, ma anche dentro loro stessi. Un cammino fatto di momenti privati, piccoli dissapori e comiche gelosie che li condurrà alla ricerca della grande occasione che possa cambiar loro la vita, che forse non arriverà mai o forse sì?
Magari non proprio come se l’erano immaginata...
“Come suggerisce velatamente il titolo – spiega il regista Raffaele Latagliata – la commedia si ispira alle ambientazioni e alle atmosfere del celebre film “Polvere di Stelle” con Alberto Sordi e Monica Vitti e induce lo spettatore a compiere, attraverso la musica popolare, le leggende e i dialetti della nostra penisola, una vera e propria scalata da sud a nord fino ad arrivare oltreoceano e raggiungere la tanto agognata America.
Ma con Tonino e Maria, protagonisti della nostra storia – conclude - si viaggia non solo lungo lo stivale, ma anche all'interno delle loro esistenze e della loro storia d'amore. Si sorride e ci si commuove con semplicità e genuinità grazie ai continui rimandi ad una realtà condivisa e sempre viva nel bagaglio emotivo di ciascuno di noi”.
Elementi scenografici di Andrea Coppi, costumi di Giorgia Marras.
Il duo artistico Agnese&Tiziano nasce dall'incontro tra Agnese Fallongo, attrice-cantante e autrice teatrale di spiccato talento, e Tiziano Caputo, attore-cantante e musicista poli-strumentista. Insieme iniziano un percorso in teatro che li porta a distinguersi nel panorama nazionale per le straordinarie doti di interpreti poliedrici e virtuosistici.
Ma è grazie alla collaborazione con i due registi Adriano Evangelisti e Raffaele Latagliata che si realizza quel sodalizio artistico che porta alla nascita della “Trilogia degli ultimi”, composta dagli spettacoli: “LETIZIA VA ALLA GUERRA - la suora, la sposa e la puttana”, “...FINO ALLE STELLE! - scalata in musica lungo lo stivale” e “I MEZZALIRA - panni sporchi fritti in casa”, con i quali ottengono un unanime consenso di critica e di pubblico. L'elemento che contraddistingue la ricerca di questo collettivo artistico, e che ne delinea maggiormente la poetica, è quello di sfiorare il presente attraverso il passato. Raccontare, cioè, le “storie dei nostri nonni”, delle generazioni che ci hanno preceduti, per riuscire a comprendere meglio il momento presente: Non saprai mai dove vai se non sai da dove vieni. Per aderire a questo tipo di contenuto, si è scelto di utilizzare un codice teatrale che attinge al “teatro di narrazione” rielaborandolo, però, in chiave estremamente moderna e originale. L’obiettivo è quello di dare voce alle persone “comuni”, a “gli ultimi”, appunto, quelli rimasti nell’ombra durante alcune delle vicende più significative della nostra penisola. Un lavoro di costruzione drammaturgica che parte sempre da un’approfondita documentazione storica, per poi avvalersi, in un secondo momento, della testimonianza reale di chi, quelle esperienze, le ha vissuto in prima persona. Il mezzo utilizzato è quello delle interviste, che vengono poi rielaborate, romanzate e trasformate in materia teatrale. Quello che interessa è il recupero della tradizione orale, dei racconti, della memoria di un passato ancora vivo, presente, palpitante. Un’ode alla vita che ha sempre più fantasia di noi... per chi la sa osservare. Dal punto di vista linguistico la scelta del dialetto, inteso come lingua del cuore, nasce dall'esigenza di partire sempre dal suono per la costruzione dei personaggi e per poter dar loro quella veracità indispensabile a renderli credibili sulla scena.
L'Italia è il paese con il maggior numero di dialetti al mondo e il poter attingere da questo infinito bacino dal sapore inconfondibilmente nostrano costituisce un’enorme ricchezza, spesso sottovalutata. La musica, ideata appositamente per tutti gli spettacoli e suonata rigorosamente dal vivo, è parte integrante della drammaturgia stessa e rappresenta una necessità sostanziale volta a sublimare la parola nei momenti più cupi e più brillanti del racconto, con l’intento di accompagnare lo spettatore, cullandolo, in un intenso spaccato della storia d’Italia.
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