"Gli uomini guardano le donne, le donne osservano se stesse essere guardate"
John Berger, Questione di sguardi, Il Saggiatore, 2022
Essere donna è come essere due dentro un corpo. Quella che esiste e quella che si guarda esistere, la sorvegliante e la sorvegliata, il soggetto e l’oggetto di me stessa, non solo degli altri, di me stessa.
La voce della sorvegliante sussurra: "Devi piacere a tutti, soprattutto ai maschi etero e coi soldi. Devi essere ammirata, piacevole, piacente. Devi piacere! Stai attenta che ti sorveglio, perché se piacerai agli altri sarai felice. Sii bella, sii simpatica, sii brillante, occupa poco spazio, sorridi, profumati, dalla, o almeno falla annusare, conquista, non ti stancare, conquista! Vedrai che ti ameranno!".
E la sorvegliata non sa se è d'accordo. Sente, come tutti, che vuole essere felice, e amata.
Come si gestisce questo conflitto tra lo sguardo del mondo sul proprio corpo e le bambine che siamo dentro? Tra noi stesse che ci sorvegliamo e le bambine che siamo dentro? È attraverso l'ammirazione che si ottiene l'amore?
Il corpo agisce poi nel mondo il risultato di un conflitto interno costante, e normalizzato dunque: invisibile. È per questo che sembro, e sembriamo - noi ragazze di vent'anni e non solo - Frivole. Questo spettacolo è un urlo generazione per chi vuole essere Freevola.
"FREEVOLA" estremizza questo insostenibile bisogno di ammirazione. La signorina Mariani entra sul palco per partecipare a un concorso, sorride a pieni denti, disperata e dice: "Se ho capito bene il concorso funziona così. Ho un'ora di tempo per farmi amare da voi, per quello che sono".
Parte il timer. Si dà il via ad un gioco aperto con il pubblico, che è chiamato ad essere responsabile dei propri giudizi sulla signorina: può usare un pollice in giù nel caso in cui la signorina non sia di suo gradimento, un pollice in su nel caso lo sia, può lanciare sul palco una rosa trovata sotto la sua sedia se sente un moto d’amore.
Dall'altra parte, sul palco, la signorina Mariani, nel tentativo di essere irresistibile e di ricevere tutte le rose che la giuria possiede, si fa sopraffare dalle sue insicurezze e fragilità, e non può fare altro che dare il via ad una confessione tragicomica, frammentata, poetica sul dovere di piacere.
LUCIA RAFFAELLA MARIANI
FREEVOLA
Confessione sull’insostenibile bisogno di ammirazione
consulenza alla regia e alla drammaturgia Lorenzo Maragoni
consulente al movimento scenico Erica Nava
testo e regia LUCIA RAFFAELLA MARIANI
produzione Trento Spettacoli con il sostegno di Potenziali Evocati Multimediali
SPAZIO DIAMANTE
Via Prenestina, 230/B 00176 Roma RM
Ven e sab ore 21, dom ore 17
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