Castello di Santa Severa - Tetes de Bois 9 luglio 2022

Castello di Santa Severa - Tetes de Bois 9 luglio 2022

Vieni in bici a pedalare per l’ambiente e accendi la musica! L’Assessorato alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio, nell’ambito di “Sotto il Cielo del Castello di Santa Severa”, rassegna promossa dalla Regione Lazio e organizzata dalla società regionale LAZIOcrea in collaborazione con ATCL - Circuito Multidisciplinare del Lazio, promuove, sabato 9 luglio, l’iniziativa speciale “Il Castello a pedali – È musica per l’Ambiente!”, il primo ecoconcerto in riva al mare con il palco a pedali del gruppo musicale Tetes de Bois, che si esibiranno con lo spettacolo “GoodBike”, seguiti dall’ecoband di Napoli Capone&BungtBangt, che suonano con strumenti interamente autocostruiti con materiali recuperati da rifiuti solidi urbani.

Vieni in bici per alimentare il palco a pedali e far funzionare con energie rinnovabili l’impianto audio-luci! Naturalmente si potrà ascotare il conceto anche senza pedalare.

Ci saranno degustazioni con i prodotti “Natura in Campo”, coltivati con metodi di agricoltura sostenibile nelle nostre aree naturali protette, musica, performance, laboratori e tanto altro ancora.

Istruzioni: Per partecipare allo spettacolo con la tua bicicletta, ti invitiamo ad arrivare al Castello di Santa Severa entro le 18,00 .  Per prenotarsi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

I TETES DE BOIS

Una band, un collettivo artistico tra canzone d’autore, poesia, rock. Vincitori della targa Tenco come migliori interpreti nel 2002, nel 2007 e nel 2015, hanno dedicato due dischi al loro primo grande amore, Léo Ferré e un intero album alle canzoni sulla bicicletta.

All’attività musicale e discografica, la band guidata da Andrea Satta ha sempre affiancato l’ideazione e la direzione artistica di progetti dedicati all’interpretazione degli spazi urbani ed extraurbani, alla condivisione di palchi non convenzionali come luoghi possibili dell'arte: il festival Stradarolo, TRAMiamo, la ferrovia dell'allume, Avanti Pop, il Palco a Pedali.

A partire dalla loro passione per la bici, i Têtes de Bois nel 2011 hanno messo a punto il primo eco-spettacolo al mondo alimentato dal pubblico in bicicletta. Per la prima volta in assoluto l’energia elettrica che illumina il palco e lo fa suonare è generata da oltre 100 spettatori volontari, che, con le loro biciclette agganciate a uno speciale cavalletto collegato a una dinamo, pedalano per tutta la durata dello spettacolo. Semplicemente pedalando producono tutta l’energia necessaria per sostenere l’intero evento dal vivo.Il Palco a Pedali è un’idea di Andrea Satta dei Têtes de Bois, progettato da Gino Sebastianelli e la collaborazione artistica di Agostino Ferrente 

Il “PALCO A PEDALI dei Têtes de Bois” 

A partire dalla loro passione per la bicicletta, i Têtes de Bois nel 2011 hanno messo a punto il primo eco-spettacolo al mondo alimentato dal pubblico in bicicletta. Per la prima volta in assoluto l’energia elettrica che illumina il palco e lo fa suonare è generata da oltre 100 spettatori volontari, che, con le loro biciclette agganciate a uno speciale cavalletto collegato a una dinamo, pedalano per tutta la durata dello spettacolo. Semplicemente pedalando producono tutta l’energia necessaria per sostenere l’intero evento dal vivo.Il Palco a Pedali è un’idea di Andrea Satta dei Têtes de Bois, progettato da Gino Sebastianelli, con la collaborazione artistica di Agostino Ferrente e il sostegno dell’Assessorato alle Infrastrutture Strategiche e mobilità della Regione Puglia.

Numerosi sono gli artisti, i personaggi del mondo dello spettacolo, della musica, della letteratura, del teatro, del giornalismo e dello sport che negli anni abbiamo ospitato, e oggi sono molte le proposte artistiche a cui manca solo un palco per andare in scena.Il Palco a Pedali dei Têtes de Bois non sarà più, in questa stagione, l'esclusivo luogo di esibizione della nostra band che l'ha ideato, ma uno scenario unico che ci piace mettere a disposizione di tante forme di arte in questi mesi di distanziamento fisico. Non è il "drive-in" che rimette al centro l'automobile e non è nemmeno il "Bike-in", perché, oltre ad arrivare in bici, il Palco a Pedali ti fa anche pedalare per produrre l'energia (impianto audio-video-luci) necessaria allo spettacolo.

Tutte le operazioni e tutti i movimenti riguardanti gli artisti, gli operatori e gli spettatori possono essere disciplinati con grazia e certezza nei percorsi di flusso e deflusso all’interno di un protocollo che tuteli la salute individuale e collettiva. Questi giorni del Coronavirus che stanno sconvolgendo ogni sfumatura della nostra esistenza facciamo molta fatica ad interpretarli. C'è bisogno di qualcosa che non sia negazione e frustrazione, che non ci faccia vivere come una diminuzione di valore o una sconfitta sul piano emotivo il ritorno alla socialità. Il Palco a Pedali in questo è una bella soluzione, perché contiene un immaginario già “a norma”. È una di quelle proposte artistiche che contiene di suo delle caratteristiche compatibili con la stagione che stiamo vivendo.

Come funziona? Gli spettatori vengono e se ne vanno singolarmente in bici, arrivano uno a uno, nel tempo dell'evento artistico possono solo stare in sella, le loro biciclette sono issate su un cavalletto e quindi rimarranno necessariamente a distanza di sicurezza dagli altri spettatori pedalanti. Si accede per prenotazione. Le biciclette sono quelle personali e anche questo particolare si risolve in una tutela ulteriore. Uno spettacolo per 100-120 spettatori pedalanti. La rinuncia alla corrente elettrica per la produzione di energia per alimentare la manifestazione è il punto di forza per l’attrazione e il coinvolgimento del pubblico. 

PALCO A PEDALI - IL CONCERTO 

Tetes de Bois in concerto con il Palco a Pedali 

Con il Palco a Pedali, i Tetes de Bois suonano “GOODBIKE”

un concerto con le canzoni dedicate alla bicicletta 

Andrea Satta, voce dei Tetes de Bois:

La bicicletta oggi vive una autentica primavera.

Un rinnovato amore ha trovato nelle pieghe della società che si evolve nuove ragioni per rinascere. La bicicletta non è solo gara e sport, è condivisione e osservazione, amore per i dettagli, scelta, conoscenza, leggerezza, avventura, agilità, incontro fra generazioni, praticità. La bicicletta è tratto grafico, colore e immagine, prospettiva e proiezione, geometria, i raggi, le ruote dentate, la catena, segmenti e cerchi, traccianti, aria e nuvole. La bicicletta è la nuova velocità. Come mi diceva Alfredo Martini, storico ct della nazionale, la bici mette insieme l'ingegnere e l'operaio e a un figlio di operaio della Ginori, che nel '28 ebbe in regalo dal papà una biciclettina rossa dal costo del salario di mezzo mese, c'è da dare retta. La bicicletta ha segnato la storia del nostro Paese.

La bicicletta la volevano candidare al Premio Nobel.

La bicicletta delle guardie e dei ladri, dei postini, delle ragazze al mare, dei bambini che meravigliosamente trovano l'equilibrio delle due ruote, un'occasione, una magia, un rito. Chi non ricorda il giorno in cui papà o nonno hanno detto: “Sai che stavolta sei andato da solo?”

Conosco la Carovana del Giro, l'ho aspettata nelle curve, sulle balze di erba delle salite, negli arrivi affollati per i velocisti.

Ho passato le albe accanto ai transennisti che preparano l'ultimo chilometro e mi sono mischiato alla gente che aspetta.

Ho inventato il Palco a Pedali, scritto un libro (I Riciclisti), realizzato un disco di canzoni sulla bicicletta (Goodbike) e un festival tutto dedicato ai pedali.

Fatemi fare il pediatra (da anni io sono un pediatra nella periferia di una grande città):

La bicicletta è salute.

Il movimento regolare della bicicletta sviluppa le capacità di orientamento, la percezione della difficoltà, contiene il peso corporeo, regola la glicemia e il colesterolo, esercita le capacità polmonari, mantiene tonica ed efficace l'azione del muscolo cardiaco.

Fatemi fare il poeta (cioè l'uomo della strada):

La bicicletta è sorpresa, è attraversare il giardino urbano che in automobile trascuri, è il retro della stazione liberty che non avevi mai notato, è il passaggio segreto e il ritorno all'infanzia. 

Con il concerto “Goodbike” vi racconteremo un po' di questo sogno, passeremo dentro la storia di Alfonsina Strada, l'unica donna che fece un giro d'Italia con i maschi ed era un anno lontano e improbabile per tanto coraggio, il 1924, vi racconteremo la sua storia attraverso una donna straordinaria che abbiamo conosciuto, Margherita Hack, protagonista del nostro videoclip con la preziosa regia di uno dei più grandi documentaristi italiani, Agostino Ferrente (David di Donatello 2020). Vi canteremo dell'utopia del Palco e Pedali, della bicicletta che è la risposta migliore al tempo della vita, alla solitudine in compagnia, alla compagnia della solitudine.

Vi diremo di grandi campioni cui siamo affezionati, di Michele Scarponi, di GiovanBattista Baronchelli e di un gregario speciale, Marcello Osler. Di bicicletta hanno scritto tanti e tutti quelli che ci salgono sopra potrebbero provarci, ne avrebbero l'animo e la sensibilità. Un concerto di canzoni, di versi e di racconti, di dipinti, di corsa e di attesa”. 

Il concerto - le canzoni 

Alfonsina e la bici 

racconta della mitica ciclista donna, Alfonsina Strada, l'unica che corse un Giro d'Italia, nel 1924, assieme agli uomini, sfidando la polvere, la fatica, il sudore e le strade bianche. La voce rap del brano è Militant A degli “Assalti Frontali". 

Corrosivo acido 

ci tuffa nella dimensione urbana in trasformazione spesso degradata della periferia delle metropoli dove dallo scarto e dai rifiuti può nascere un universo nuovo. 

La bicicletta 

tradotta in italiano dai Têtes de Bois e portata al successo a suo tempo da Yves Montand, è l'elegante chanson dolce e tenera di un amore nato fra le pedalate leggere di una primavera senza età. 

Noi siamo il traffico 

è una dedica alle ciclofficine, ai ragazzi che, in città troppo poco dedicate alla bicicletta, trovano il coraggio e l'energia, la fantasia di rilanciarla, organizzando percorsi, riparazioni, piccole aste con biciclette spesso sottratte al cassonetto. Inno al movimento critical mass che ha rivoluzionato la fruibilità della bicicletta nella società dell'automobile. 

La canzone del ciclista 

è la storia infinita di due amici che si sfidavano da ragazzi lungo il fiume e poi uno diventa campione e l'altro il suo gregario. Dedicata a Fabio Casartelli, morto in seguito a una caduta lungo la discesa del Colle di Portet-d'Aspet durante il Tour de France 1995. 

Mia cara Miss 

è il gregario che dell'unica vittoria in bicicletta ricorda gli occhi della miss che lo bacia sul podio, un abbraccio più forte di un traguardo tagliato per primo. Un'emozione normale a volte e più rara di una occasione unica.

 Coppi 

una dedica al grande campione firmata da Gino Paoli, un brano che i Têtes de Bois amano moltissimo e che hanno fatto loro.

 Bartali 

di Paolo Conte. 

Le canzoni dei Tetes de Bois e i versi di Oldani, Gozzano, Mura, Caproni 

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