La prevalenza della sindrome metabolica è di circa il 25% della popolazione adulta anche nel nostro territorio, con percentuali crescenti nelle fasce di età anziana. Le cause della sindrome metabolica sono da ricercare in una combinazione di scorrette abitudini alimentari, inadeguati stili di vita (scarsa attività fisica) e predisposizione familiare (genetica).La sindrome metabolica non fa riferimento solamente ad una singola patologia, ma ad un insieme di fattori di rischio legati a condizioni che aumentano la possibilità di sviluppare patologie cerebro e cardiovascolari e diabete. Quali sono i sintomi della sindrome metabolica? Nonostante il maggior rischio di sviluppare in futuro condizioni come il diabete e varie patologie cardiovascolari, le persone che soffrono di sindrome metabolica spesso non presentano sintomi e riferiscono, perlopiù, di "sentirsi bene". Anche in assenza di una sintomatologia specifica, particolare attenzione deve quindi essere posta ai diversi fattori di rischio (come obesità addominale, ipertensione, resistenza all'insulina, elevati livelli di trigliceridi nel sangue, bassi livelli di colesterolo Hdl e familiarità con malattie come il diabete) che possono predisporre allo sviluppo di questa sindrome. Come intervenire, come curare la Sindrome Metabolica? Gli obiettivi della terapia indicata a riguardo dagli esperti nutrizionisti sono senza dubbio il miglioramento dello stato di salute attraverso scelte alimentari corrette ed attività fisica adeguata, nonché il raggiungimento e il mantenimento di una condizione metabolica ottimale (profilo lipidico e glicemico). Seguendo questo iter, è possibile prevenire in modo efficace delle spiacevoli complicanze. Recenti studi dimostrano infatti, che riducendo il grasso addominale, e di conseguenza la resistenza all’insulina, in modo moderato è possibile ottenere un importante miglioramento di tutto il profilo di rischio cardiovascolare. I momenti fondamentali del trattamento della sindrome metabolica sono pertanto senza dubbio mirati al calo ponderale e al miglioramento dei singoli fattori di rischio.
Il trattamento dietetico, vale a dire una dieta mirata al fabbisogno energetico del paziente, con una riduzione iniziale di 300-500 calorie giornaliere (fino a 1000 per obesità grave), è di estrema importanza.
È inoltre importante conoscere e introdurre, dove appropriato, l’utilizzo corretto e adeguato di alimenti che possono rappresentare veri e propri “farmaci nutrizionali” (ad esempio quelli ricchi di acidi grassi omega 3).
Alla cura della sindrome metabolica, può sicuramente contribuire un’attività fisica controllata: non è necessario applicare un programma intenso e realisticamente poco realizzabile. Un programma di passeggiate giornaliere può essere un modo piacevole di iniziare. È possibile iniziare camminando per 10 minuti 3 volte alla settimana e aumentare progressivamente fino a 30-45 minuti 5 volte a settimana.
È inoltre possibile, nel caso in cui lo specialista lo reputi necessario ed esclusivamente dietro prescrizione medica associare all'attività fisica e alla dieta alimentare l'assunzione di farmaci per ridurre la pressione arteriosa e la glicemia.
In presenza di sindrome metabolica è corretto rivolgersi presso centri specializzati per una gestione multidisciplinare adeguata.
La terapia farmacologica viene in particolar modo indicata per alterazioni superiori a soglie di rischio, o non corrette dopo una adeguata terapia comportamentale.
Per prevenire lo sviluppo della sindrome metabolica, in sintesi, è necessario mantenersi in peso-forma evitando condizioni come il sovrappeso e l'obesità (particolare attenzione deve essere posta nel prevenire l'accumulo di grasso soprattutto a livello addominale); svolgere regolarmente attività fisica, anche leggera; seguire una dieta bilanciata che preveda molto consumo di frutta e verdura e una riduzione di cibi e bevande eccessivamente calorici.
Marialuisa Roscino