I geroglifici egizi lo confermano: anche al tempo dei faraoni si combatteva l'afa con l'anguria e sembra che 'Doctor Livingstone', oltre al lago Vittoria, abbia scoperto nel continente Nero anche distese di dissetanti cocomeri. La sosta al banco del “cocomeraro”, armati di coltello e fazzoletto, rappresenta dunque una antica e saggia usanza che in Italia è onorata ogni anno con almeno 30 chili di fette a famiglia. L'importante, suggeriscono le associazioni deiconsumatori, è che vengano rispettate le più elementari norme di igiene e sicurezza circa il consumo e la provenienza del prodotto. Le “piramidi” innalzate nelle scorse settimane agli angoli delle strade sono comunque frutto in buona parte di importazioni (lo scorso anno sono arrivate quasi 85mila tonnellate di angurie), ma proprio in questi ultimi giorni stanno arrivando sui mercati ortofrutticoli i cocomeri tricolori, apprezzati come “zipanculi” in Calabria o “su furasti” in Sardegna. L'Istat, precisa il centro studi, ha smesso di censire i raccolti nel '95 quando l'Italia produceva oltre 616mila tonnellate di angurie dopo i picchi di quasi 800mila di inizio decennio. Intanto il raccolto di quest'anno appare di buona qualità e anche per questa stagione dovrebbero scendere, nel cuore dell'estate, ai 0.30 centesimi di euro al chilogrammo.
I produttori “ufficiali” lamentano tuttavia il fenomeno dei “falsi agricoltori” che riescono a ottenere licenze temporanee di vendita improvvisandosi coltivatori diretti. Esiste un contrasto con i commercianti che “confondendo i veri con finti produttori” non vedrebbero di buon occhio i banchi che compaiono, puntualmente all'inizio dell'estate, agli angoli delle principali strade. La questione, osservano le associazioni di consumatori, deve essere risolta dalle amministratori comunali perché' non sempre il consumatore può esigere l'esibizione di licenze o autorizzazioni varie.
Burocrazia a parte 200 grammi di cocomero (il peso medio di una fetta) dissetano e tonificano comunque più di tante bibite gassate. Lo conferma il dietologo Giorgio Calabrese, che segnala il 95% di acqua di cui è composta l'anguria, la buona presenza di sali minerali come potassio, calcio e fosforo, l'assenza totale di grassi insieme ai valori minimi di zucchero e calorie. Un ultimo consiglio: mai a fine pasto, né ghiacciato. La digestione risulterebbe altrimenti più difficile.
Marialuisa Roscino