Banane, pere e mele sono in testa alla classifica delle preferenze infantili sulla frutta. Seguono fragole e anguria, ma si tratta di una preferenza stagionale. E' il risultato di un' analisi illustrata nel corso di un convegno sul tema “La frutta e il bambino, il piacere della salute”.
L’appuntamento ha messo in luce una sostanziale diseducazione del bambino nei confronti della frutta e l' esigenza di incentivare una giusta cultura di questo prodotto dall' innegabile valore dietetico-alimentare e fondamentale durante la crescita. Anche le fiabe del resto parlano sempre di dolci e poco di frutta (e quando la frutta compare, come in Biancaneve, è avvelenata, nda). In passato, l' italiano medio spendeva il 50% del suo reddito in cibo. Oggi la percentuale è scesa sotto il 20%, e di questa percentuale soltanto il 20% viene spesa per comprare frutta. Gli spot televisivi, con le allettanti pubblicità sulle merendine, hanno favorito questa tendenza.
Risultati di studi e recenti inchieste alimentari continuano a mettere in evidenza il consumo inadeguato di frutta, soprattutto da parte di bambini ed adolescenti. E ciò, nonostante gli ormai noti benefici sull'organismo per l'apporto in zuccheri, vitamine, sali minerali e fibre alimentari e malgrado il fatto che i moderni mezzi di trasporto e di refrigerazione abbiano ormai reso possibile avere frutta fresca praticamente tutto l'anno. Da un' indagine condotta dall' istituto Gaslini su 200 giovani di età compresa tra i 5 e i 18 anni, metà maschi e metà femmine, emerge il quadro seguente: il 44% di quelli tra i 5 e i 9 anni mangiano la frutta qualche volta, il 40% sempre, il 16% mai; dai 10 ai 13 anni, la mangiano qualche volta il 35%, sempre il 60%, mai il 5%; tra i 14 e i 18 anni, mangiano la frutta qualche volta il 38%, sempre il 56%, ma il 6%. Nell’Unione Europa si consumano 19 chili di mele l'anno, l'Olanda si distingue con 34 e la Germania con 26. Fanalini di coda sono la Gran Bretagna (12 chili l'anno) e il Portogallo (7 chili). Risulta in diminuzione in Europa il consumo di pere, specialmente nei paesi anglosassoni e in Francia, mentre sono in continua evoluzione quelli di agrumi.
Marialuisa Roscino