Una ricerca, effettuata su ottantatremila persone, tra i 45 -74 anni e pubblicata su Stroke, rivista dell’American Heart Association, ha mostrato come bevendo una tazza di tè verde o di caffè, si riduce del 20% il rischio di ictus.
Infatti, coloro che prendevano due o tre tazze di tè verde riducevano il rischio del 14%, mentre chi assumeva quattro tazze al dì, riduceva il rischio del 20%, rispetto a chi lo bevevo raramente. In particolare, il potenziale antiossidante del tè verde, è associato anche all'elevato contenuto in catechine, che nel tè verde rappresentano circa il 20-40% del peso secco.
Tra queste sostanze la più abbondante è chiamata (-)-epigallocatechina gallato (EGCG) ed è particolarmente nota per aver dimostrato spiccate proprietà antiossidanti ed antimutageniche.
Grazie a queste caratteristiche, l'EGCG inibisce la crescita e la proliferazione delle cellule tumorali; riduce inoltre i livelli di colesterolo LDL e di trigliceridi, esercitando, per questo, un'azione protettiva dalle malattie cardiovascolari.
Epigallocatechina a parte, la miscela delle varie sostanze presenti nel tè verde ha dimostrato un'azione antiossidante superiore rispetto ai singoli componenti, confermando l'ormai accettata tesi secondo cui i fitocomplessi alimentari sono molto più attivi dei singoli componenti isolati e purificati.
Coloro inoltre, che prendevano due tazze di tè verde o una tazza di caffè, riducevano del 32% il rischio di emorragia intracerebrale rispetto a quelli che invece li assumevano molto saltuariamente.
Una ricerca del Karolinska Institute di Stoccolma su 75 mila persone ha mostrato che bevendo 4 tazze di tè nero si riduceva del 21% il rischio di ictus.
Marialuisa Roscino ©